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2020 • Chaos del Tri per uno

Ha una sua solitudine lo spazio,
Solitudine il mare
E solitudine la morte – eppure
Tutte queste son folla
In confronto a quel punto più profondo,
Segretezza polare,
Che è un’anima al cospetto di se stessa:
Infinità finita.

Emily Dickinson

 

 

Presso i Papuani, ci informa il geografo Baron, il linguaggio è poverissimo: ogni tribù ha la propria lingua il cui lessico si impoverisce di continuo perché dopo ogni morte, vengono soppressi alcuni vocaboli in segno di lutto. Un'operazione metaforica e simbolica di valore profondissimo. Nel nostro linguaggio contemporaneo invece le parole sembrano illimitate nella loro limitatezza, regna una “strana economia dell'abbondanza”, regna uno scarso interesse sul loro valore d'uso. In questa profusione, le parole si susseguono per accumulazione di significati la cui verità è altrove, un altrove che durante il COVID-19 è stato irraggiungibile, in questo momento è compromesso e nel futuro sarà minaccioso. Nella costituzione di un mondo globale la migliore strategia che sia stata sperimentata è quella del tentativo di eliminazione dell'altro in tutte le sue forme di diversità e unicità,  sostituendolo con un'economia globale dell’INDIVIDUO governata dal denaro, sempre più immateriale. Eliminare l’originalità e la singolarità significa anche eliminare il carattere multiforme delle cose compreso quello del male. In questo scenario massificato, la costituzione di un nemico, mutevole e indefinito, è l'elemento necessario per equilibrare un mondo governato da una granitica teoria degli opposti (bene e male). Ma come si sa la natura non finisce mai di stupirci. Il COVID-19 ha compiuto l’unica vera globalizzazione ma, confinandoci in noi stessi, ci ha costretto a fare i conti con la nostra natura complessa, fragile e indefinita. Questo progetto sui Tarocchi, intitolato “Chaos del tri per uno”, ispirato dai tarocchi quattrocenteschi visconti-sforza dipinti da Bonifacio Bembo, dalle cinquecentesche Minchiate Fiorentine, dai tarocchi popolari marsigliesi fino ai due racconti di Italo Calvino “Il castello dei destini incrociati” e “La Taverna”, è un tentativo tautologico e magico, una nuova "iconografia divinatoria contemporanea" per sgretolare la nostra idea di mondo, frammentarlo, sezionarlo, non per cercare l'intima essenza delle cose o il futuro, ma per assaporare l'incredibile profondità dell'anima, perché parafrasando Plotino, “neppure Dio ha ancora trovato i confini dell'anima”.

PROGETTO inserito in:

六/6: Finding Meaning. A Nanjing University art exhibition curated by Andrea Baldini, Pietro Rivasi, and the students of the School of Arts. Generously sponsored by the Office of International Cooperation & Exchanges of Nanjing University.

https://findingmeaning.art/artists/gerardo-paoletti/

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Info sui Tarocchi →

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