2010-2015 • La mafia siamo noi
Se i quadri si potessero spiegare e tradurli in parole, non ci sarebbe bisogno di dipingerli.
Paul Courbet
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Il medium principale di questa installazione è la pittura, nello specifico il ritratto. Il ritratto, proprio in quanto rappresentazione, ha non solo il potere di mantenere la memoria della persona, ma la sua unicità. Tutti i personaggi sono dipinti partendo dall’immagine fotografica più conosciuta del soggetto, che ha quindi di per sé la peculiarità di “icona”.
Il supporto è formato da sezioni di cotone cucito, in alcuni casi a rilievo, per accentuare la “violenza espressiva del personaggio”. Le parti di cotone assemblate rientrano nell’idea della “frammentarietà della memoria”, ricomposta nella “sua parziale forma” da cuciture talvolta non regolari. Elemento fondamentale è anche l’audio originale di alcuni dei protagonisti. Dopo aver digitalizzato i ritratti, usando programmi di animazione, viene creato il movimento labiale (sillaba-sillaba) inserendo l’audio. Gli elementi adesso sono pronti per essere assemblati nell’installazione: sui ritratti alle pareti vengono proiettate in sovrapposizione tutte le video-animazioni. La proiezione non è mai perfetta, si crea uno sdoppiamento dell’immagine che nell’ombra del contenitore produce una sorta di “ologramma”. La “cassa contenitore” è volutamente lasciata al grezzo alludendo alla desolazione e all'anonimato dei contenitori provvisori dove vengono, spesso, collocate le vittime di un omicidio. La disposizione dei novantadue volti ha una successione temporale che va dal primo omicidio (1977) alle stragi di via dei Georgofili a Firenze e via Palestro a Milano (1993). I mafiosi sono inseriti vicino alle vittime per gli omicidi delle quali sono stati condannati.
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INSTALLAZIONE VIDEOPITTORICA - 92 ritratti acrilico su cotone cucito e in estroflessione + videproiezioni animate - cm 350x300x1400